Dal gennaio 2019, le spese per il rifornimento si possono dedurre, e l’Iva può essere detratta, solo se il distributore di carburante emette la fattura elettronica. Il pagamento della benzina, del gasolio o del diverso tipo di carburante, poi, deve avvenire esclusivamente con strumenti di pagamento tracciabili.
Con l’introduzione della nuova norma, Decreto Legge n. 79 del 27 giugno 2018, sono state abolite le schede carburante e, di conseguenza, il modello presente in questa pagina e le relative regole per la compilazione non sono più da seguire.
In questa pagina mettiamo a disposizione un modello scheda carburante PDF e Doc e spieghiamo come si compila il fac simile.
I liberi professionisti hanno la possibilità di scaricare alcune spese dalle tasse, tra le quali anche il costo sostenuto per il carburante. Ciò vale, in particolare, per gli agenti di commercio, che fanno uso di un mezzo privato di trasporto per svolgere la loro attività lavorativa. Essi hanno diritto a una detrazione dell’80%, che sale al 100% per chi utilizza il mezzo come bene strumentali. Per tutti i possessori di partita IVA, poi, è del 40%.
A tale fine, il libero professionista dovrà acquistare un libretto, che deve tenere in macchina e compilare ogni volta che fa rifornimento. Nella prima parte vanno inseriti i dati aziendali, ovvero il logo, il nome e cognome, l’indirizzo completo e il numero di partita IVA. In seguito, vanno trascritti l’anno e il mese di riferimento, poi, i dati dell’automobile, il numero di targa o il numero di telaio.
Sotto ancora vanno inseriti i riferimenti del rifornimento effettuato, la data e l’importo erogato, nonché i chilometri percorsi. Infine, il rifornitore dovrà compilare il modulo o potrà limitarsi ad apporvi un timbro aziendale, grazie al quale saranno ugualmente visibili tutti gli estremi identificativi della stazione di servizio. Egli dovrà anche fimare la scheda, perché in assenza anche soltanto di uno di questi elementi, la detrazione non viene ammessa.
La compilazione della scheda carburante non è obbligatoria, se il titolare di partita IVA fa uso di un pagamento elettronico, come carta di credito, bancomat o carte ricaricabili, purché la transazione per ogni rifornimento sia distinta dalle altre spese.
Non è necessario fare rifornimento sempre presso la stessa stazione di servizio, né rileva il tipo di carburante acquistato. Si può anche fare uso del self-service, ma in quel caso si dovrà utilizzare una carta di credito o un bancomat, in modo che il pagamento sia tracciabile e negli orari di apertura il rifornitore provvederà ad apporvi il timbro e la firma.
La possibilità di evitare la compilazione della scheda carburante si ha grazie a una legge del 2011, che non manda in soffitto la pratica, ma la limita a chi non paga con carte di credito, di debito o con le prepagate, ovvero con modalità tracciabili.
Si tratta di un’innovazione molto importante, perché sino ad allora si registrava una diffusa lamentela tra gli addetti ai lavori, in quanto bastava una semplice irregolarità per dichiarare non ammissibile una detrazione o per ricevere una contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, la compilazione dettagliata richiede fino anche a 15 minuti, col risultato di fare perdere tempo anche all’esercente, costretto a subire la burocrazia.
Perché il pagamento con una carta sia considerato valido, è necessario che essa sia intestata al titolare di partita IVA. Non deve essere utilizzata esclusivamente per l’acquisto di carburante, ma l’importante è che la transazione sia separata dalle altre. Infine, l’estratto conto deve riportare gli estremi identificativi del rifornimento, in modo che sia chiaro chi abbia acquistato cosa e dove e in che quantità.
Facciamo l’esempio di un libero professionista, che spende in un mese 500 euro per l’acquisto di carburante. Tenendo presente che essi sono comprensivi di IVA al 22%, l’imponibile sarebbe di 409,83 euro e l’IVA pari a 90,17 euro. Di quest’ultima cifra, egli potrà dedurre il 40%, ossia 36,07 dall’IVA a debito, che dovrebbe pagare periodicamente sulle fatture emesse.
Inoltre, il professionista potrà dedurre anche il 20% dell’imponibile e dell’IVA non detratta, cioè di 463,93 euro (500 – 36,07), per cui potrà scalare dal reddito imponibile 92,78 euro. Ipotizzando che egli paghi come aliquota massima quella del 38%, il suo risparmio sarà in questo caso pari a 0,38 x 92,78 euro = 35,26 euro. Sommati al credito IVA di 36,07 euro, il risparmio totale che egli avrà dalle imposte è di 71,33 euro, ossia il 14,3% di quanto speso.
Ovviamente, per ottenere questo sconto fiscale bisogna portare le ricevute dal commercialista, il quale provvederà alle dovute detrazioni.
Il modello di scheda carburante presente in questa pagina è messo a disposizione in due formati, PDF e DOC. Il fac simile in formato PDF può essere stampato e compilato in seguito, il modello di scheda carburante in formato DOC può invece essere modificato sul computer inserendo i dati richiesti in modo semplice e veloce.