In questa pagina proponiamo un fac simile di attestazione di rispondenza canone concordato Word e PDF editabile da compilare e stampare.
Si tratta di un fac simile che può essere utilizzato come esempio per scrivere un’attestazione di canone concordato.
Attestazione di Rispondenza Canone Concordato
L’attestazione di canone concordato è una dichiarazione certificata che il contratto di locazione è stato stipulato nel rispetto degli accordi raggiunti tra le associazioni, e accettati dalle Amministrazioni locali. L’attestazione che il contratto di locazione a canone concordato è stato stipulato correttamente è indispensabile per potere ottenere le agevolazioni fiscali, previste per Legge.
In pratica si tratta della possibilità di applicare la cedolare secca al contratto di locazione. E poi c’è anche da mettere in conto la riduzione delle tasse municipali. Risulta essere importante però che tu sappia che è possibile ottenere queste agevolazioni solo nei Comuni che hanno accettato il rinnovo dell’accordo e si sono adeguati a quanto previsto nel Decreto Ministeriale del 16 gennaio 2017.
L’attestazione di Canone concordato va rilasciata da un Ente abilitato, e cioè da una delle Associazioni che hanno sottoscritto gli accordi territoriali, come già previsto nella Legge n. 431 del 1998. Ma, a parte la sottoscrizione dell’accordo, quali siano i criteri, secondo i quali devono muoversi questi Enti certificatori, è da delineare con maggiore precisione. Questo perché, trattandosi fondamentalmente di Associazioni che svolgono un’attività abbastanza complessa e variegata, sia di rappresentanza sindacale sul territorio che nei confronti degli iscritti, è indispensabile che l’accordo venga applicato in maniera corretta e completa, al fine di non inficiare la validità del certificato di attestazione.
Risulta essere proprio in merito a questo punto che il Comune di Genova ha messo in risalto alcune discrepanze che, secondo i tecnici del suo Consiglio d’Amministrazione, hanno a tutti gli effetti un valore ostativo. Il limite infatti, secondo il Municipio genovese, è rappresentato dalla validità della cronologia delle adesioni che le Sigle hanno fatto pervenire in Amministrazione successivamente alla prima. Ovviamente ne è nata una querelle tra il Comune, ed altre Amministrazioni si stanno adeguando, e le Associazioni di categoria. Vediamo quali sono i termini del contendere.
L’Amministrazione comunale di Genova, per rendere valida l’Attestazione di Canone concordato da parte di ciascuna sigla certificante, pretende che la Sigla firmataria dimostri di averne ancora diritto, e ciò a prescindere dalla autorizzazione originaria, ottenuta in fase di deposito della prima firma di adesione. Infatti, sempre secondo il Comune, le Associazioni possono depositare le firme all’accordo, successive alla prima, solo se dimostrano di averne diritto. Perché ciò avvenga occorre che, al momento della nuova sottoscrizione, esse abbiano ancora i “requisiti oggettivi di rappresentatività a livello nazionale e locale”, oppure che abbiano “svolto attività rappresentativa”.
L’attività rappresentativa, in questo caso, non viene intesa a livello generico, ma specificatamente riferita ai contratti di locazione frutto di concordato, come stabilito dalla Legge 431/1998, con esclusione delle adesioni depositate successivamente al 3 gennaio 2018. Si tratta dunque di una limitazione, al diritto di rilascio dell’attestazione di canone concordato, che la CONFAPPI, una delle Associazioni dei Proprietari di Abitazioni più rappresentativa, si è affrettata a contestare. Intanto vediamo in cosa consiste esattamente l’attestazione di canone concordato.
La creazione di una tipologia di contratto locativo particolare, che sia soggetto ad un canone preventivamente concordato tra le Sigle, serve a raggiungere almeno due obiettivi. Innanzi tutto serve ad evitare che sui contratti vengano registrate cifre inadeguate, e poi tende a ridurre la stipula di accordi non registrati, e fare emergere il nero. Per incentivare questa opzione, le Istituzioni nazionali e locali hanno messo sul piatto delle agevolazioni fiscali interessanti, sia per i proprietari che per gli inquilini. Ovviamente, in cambio delle agevolazioni, il contratto sottoscritto deve rispettare le caratteristiche, concordate tra le Sigle e accettate dalle Istituzioni, che riguardano sia gli aspetti economici, che quelli normativi.
E qui entra in campo l’Attestazione di Canone Concordato, perché è proprio questo documento a certificare, nei confronti degli Enti terzi, che siano stati rispettati gli accordi presi tra le Associazioni che rappresentano i Proprietari e le Organizzazioni dei Conduttori. Accordi che ovviamente, date le differenze di mercato tra una zona e un’altra, hanno un valore squisitamente locale. In pratica, un canone concordato che riguarda una città come Roma, non può avere le stesse valutazioni dell’accordo che può essere raggiunto in un paesino di provincia.
Ma i contratti a canone concordato possono anche essere stipulati senza la supervisione delle Sigle rappresentative delle due categorie, proprietari e inquilini. In questo caso si tratta comunque di contratti a canone concordato, perché stipulati nel rispetto dei limiti dell’accordo, anche se non assistiti dalle Sigle abilitate. Questi contratti, se registrati, hanno validità legale a tutti gli effetti, ma, perché i contraenti possano accedere alle agevolazioni fiscali, essi devono essere ugualmente in possesso dell’attestazione di canone concordato, sia che siano assistiti che non assistiti. Questo in forza della Risoluzione 31/2018, e della Circolare 7/E/2018, dell’Agenzia delle Entrate. Una risoluzione che però non riguarda i contratti stipulati prima del 29 marzo 2017 e quelli stipulati nei Comuni dove l’Accordo tra le Sigle non è ancora stato raggiunto, alla data della sottoscrizione.
Fac Simile Attestazione di Canone Concordato Word
In questa sezione viene messo a disposizione un fac simile attestazione di canone concordato Word.
Modello Attestazione di Rispondenza Canone Concordato PDF Editabile
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