In questa pagina mettiamo a disposizione un fac simile dichiarazione di rispondenza impianto idrico Word e PDF editabile da compilare e stampare.
Si tratta di un fac simile che può essere utilizzato come esempio di dichiarazione di rispondenza impianto idrico.
Dichiarazione di Rispondenza Impianto Idrico
La dichiarazione di rispondenza per l’impianto idrico rappresenta uno strumento di fondamentale importanza nel contesto normativo italiano, in quanto consente di attestare la sicurezza e la regolarità di un impianto esistente in assenza della dichiarazione di conformità. Il riferimento normativo essenziale è il D.M. 37/08, entrato in vigore il 27 marzo 2008, che ha disciplinato in maniera organica le modalità di installazione, trasformazione, ampliamento e manutenzione degli impianti posti al servizio di edifici, specificando ruoli, responsabilità e requisiti richiesti ai professionisti incaricati di certificare la conformità o la rispondenza degli impianti. Il principio centrale è che gli impianti debbano essere realizzati a regola d’arte e nel rispetto della normativa vigente al momento della costruzione, tenendo conto della destinazione d’uso dell’immobile e delle condizioni di esercizio.
La dichiarazione di conformità di un impianto idrico viene solitamente rilasciata al termine dei lavori dall’impresa installatrice, previa esecuzione di tutte le verifiche necessarie a stabilire che l’impianto risulti conforme alle norme tecniche in vigore, incluse quelle UNI, CEI e di altri enti di normalizzazione europei. Tale documentazione non solo costituisce un attestato di regolarità per il committente, ma fornisce anche una protezione a livello contrattuale e legale, poiché garantisce che i lavori siano stati eseguiti secondo gli standard minimi di sicurezza e di funzionamento. La dichiarazione di conformità deve essere corredata da una relazione tipologica sui materiali utilizzati e da un progetto elaborato, in determinati casi, da un professionista iscritto agli albi professionali, secondo quanto previsto dall’articolo 5, comma 2, del D.M. 37/08. Quando questa dichiarazione risulta irreperibile o non sia stata prodotta all’epoca dell’installazione, la legge prevede la possibilità di redigere una dichiarazione di rispondenza, con lo scopo di non penalizzare quegli impianti che, pur essendo stati realizzati correttamente, non possiedono più la relativa documentazione. La dichiarazione di rispondenza si configura quindi come il documento sostitutivo della dichiarazione di conformità per tutti gli impianti idrici realizzati prima del 27 marzo 2008, sempre che essi rispettassero la normativa allora in vigore. In questa prospettiva, la dichiarazione di rispondenza non è un documento che certifica un adeguamento dell’impianto agli standard più recenti, ma attesta che, al momento della realizzazione, l’impianto rispettava la regola dell’arte e le disposizioni legislative del periodo. Questo aspetto risulta essenziale, poiché in assenza di un riconoscimento ufficiale, alcuni gestori di rete o autorità competenti potrebbero negare l’allacciamento o l’erogazione di determinati servizi, oppure potrebbero sorgere difficoltà qualora si decida di vendere o affittare l’immobile. D’altra parte, non ogni situazione rende necessaria la dichiarazione di rispondenza: essa, infatti, diviene indispensabile soltanto quando è richiesta la dimostrazione documentale della conformità di un impianto che non dispone di un corrispettivo certificato rilasciato al termine dei lavori.
Vi sono numerose ipotesi in cui può presentarsi l’esigenza di dotarsi della dichiarazione di rispondenza. Una delle più comuni riguarda l’attivazione di una nuova fornitura idrica in un immobile risalente a un periodo compreso tra il 1990 e il 2008, in cui non si trovi più la dichiarazione di conformità originaria. Le compagnie di distribuzione potrebbero domandare una prova scritta della conformità dell’impianto, e la dichiarazione di rispondenza diviene allora l’unico strumento per risolvere la problematica documentale. Un’altra eventualità si presenta quando si richiede un aumento di portata dell’impianto esistente: anche in tale frangente, l’ente erogatore può domandare una certificazione che garantisca la sicurezza dell’impianto. Infine, in caso di vendita o di affitto di un immobile, non è raro che gli acquirenti o i potenziali inquilini pretendano una prova tangibile della rispondenza alle normative di sicurezza, per tutelare il proprio investimento o la propria incolumità.
Il percorso per ottenere la dichiarazione di rispondenza prevede l’affidamento a un professionista abilitato, che può essere un ingegnere, un perito industriale o un tecnico equipollente, a condizione che sia iscritto al relativo albo professionale e che abbia maturato almeno cinque anni di esperienza nel settore impiantistico pertinente. Questo requisito temporale si giustifica con la necessità di garantire che il tecnico incaricato possieda un bagaglio di competenze e di responsabilità adeguato, visti i rischi connessi a un errato accertamento dello stato dell’impianto. Il professionista, dopo aver effettuato un sopralluogo accurato e aver controllato la funzionalità e la sicurezza del sistema idrico, rilascia una dichiarazione che attesta la rispondenza dell’impianto alla normativa in vigore all’epoca della costruzione. Nei casi in cui l’impianto non ricada nell’ambito di applicazione dell’articolo 5, comma 2, del D.M. 37/08, la dichiarazione di rispondenza può essere firmata dal responsabile tecnico di un’impresa abilitata, purché tale figura abbia ricoperto quel ruolo per almeno cinque anni nel medesimo settore.
È fondamentale comprendere la differenza tra dichiarazione di conformità e dichiarazione di rispondenza. La prima viene rilasciata dall’impresa installatrice immediatamente a conclusione dei lavori, previa effettuazione di tutte le prove e i controlli necessari, ed è basata sulla diretta responsabilità dell’installatore che ha progettato e realizzato l’opera. La seconda, invece, interviene successivamente, se e solo se la dichiarazione di conformità originaria manca, è andata smarrita o non fu mai prodotta. Non si tratta, dunque, di un’alternativa che l’utente può scegliere a proprio piacimento, bensì di una risorsa volta a sanare la mancata disponibilità di un documento essenziale, senza obbligare il proprietario o l’utilizzatore a ricostruire integralmente l’impianto. Le leggi prevedono questa soluzione per evitare che si creino situazioni di incertezza, soprattutto in un mercato immobiliare in cui molti edifici risalgono a periodi precedenti l’entrata in vigore del D.M. 37/08. Dal punto di vista giuridico, la dichiarazione di rispondenza comporta porta una forte assunzione di responsabilità da parte di chi la rilascia. Il professionista o il responsabile tecnico che firma il documento ne risponde sia sotto il profilo civile, sia sotto quello penale, laddove dovessero emergere gravi difformità o si verificassero incidenti causati da carenze strutturali dell’impianto. Di conseguenza, egli svolge un’attività ispettiva meticolosa, durante la quale può richiedere interventi di manutenzione o di adeguamento, qualora accerti la presenza di difetti tali da pregiudicare l’effettiva rispondenza alle regole dell’arte in vigore al momento della costruzione. Solo in assenza di anomalie, oppure dopo che queste siano state risolte con gli opportuni lavori di adeguamento, il tecnico provvederà a rilasciare il documento.
Nonostante non abbia l’obiettivo di garantire l’adeguamento dell’impianto alle norme più recenti, la dichiarazione di rispondenza assume comunque una funzione di tutela per i proprietari e per gli utilizzatori, poiché impone un controllo concreto delle condizioni operative e della sicurezza del sistema idrico. Grazie a essa, si riducono i rischi di malfunzionamenti o di inconvenienti che potrebbero derivare dall’usura o dall’uso improprio delle installazioni. Inoltre, la documentazione così rilasciata consente di avviare le pratiche necessarie per ottenere le nuove forniture e per instaurare contratti d’uso con i gestori del servizio idrico, oltre a semplificare le transazioni immobiliari, dal momento che fornisce una base di certezza sui requisiti tecnici dell’immobile Il D.M. 37/08 pone l’attenzione sull’obbligo di realizzare gli impianti secondo la regola dell’arte. Le imprese installatrici, quando lavorano su un impianto idrico, devono rispettare le norme unionali ed europee di settore, adottare materiali adeguati e conformi agli standard di qualità, nonché garantire la corretta messa in opera delle tubazioni, dei raccordi, delle valvole e di ogni altra componente funzionale. L’installazione deve contemplare anche i criteri di prevenzione di reflussi e contaminazioni, in quanto la sicurezza rappresenta una parte fondamentale della tutela che il legislatore si prefigge di assicurare ai fruitori dell’impianto.
La dichiarazione di rispondenza, pertanto, racchiude l’idea di un controllo ex post, eseguito su un impianto che presumibilmente non ha subito trasformazioni significative tali da richiedere un nuovo progetto o una nuova conformità. Qualora emergano situazioni di rischio o soluzioni tecniche profondamente distanti dagli standard di sicurezza dell’epoca, il tecnico potrebbe suggerire lavori di sistemazione e ammodernamento. In questo modo, il rilascio della dichiarazione diventa anche l’occasione per effettuare un controllo approfondito dello stato dell’impianto e, se necessario, procedere con le operazioni indispensabili a preservarne l’efficienza. Si comprende dunque l’importanza di rivolgersi esclusivamente a professionisti qualificati, in grado di operare con competenza e preparazione. Una volta ottenuta, la dichiarazione di rispondenza dovrebbe essere conservata con cura insieme a tutta la documentazione tecnica relativa all’immobile, così da evitare, in futuro, di dover ripetere procedure di verifica o di non disporre della documentazione richiesta per contratti di fornitura, ristrutturazioni o pratiche di vendita. Proprio per questo, il possessore dell’immobile dovrebbe essere consapevole del valore legale di tali documenti e della necessità di custodirli in modo ordinato e a lungo termine. La mancata conservazione, infatti, potrebbe costringere a richiedere una nuova verifica, comportando nuovi costi e, potenzialmente, il rischio di problemi tecnici legati al passare del tempo.

Fac Simile Dichiarazione di Rispondenza Impianto Idrico Word
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Modulo Dichiarazione di Rispondenza Impianto Idrico PDF Editabile
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