In questa pagina mettiamo a disposizione un fac simile avviso chiusura acqua condominiale Word e PDF editabile da compilare e stampare.
Si tratta di un fac simile che può essere utilizzato come esempio di avviso chiusura acqua condominio.
Avviso Chiusura Acqua Condominiale
L’interruzione programmata dell’erogazione idrica in un edificio condominiale è un evento delicato sotto il profilo giuridico perché coinvolge il diritto dei singoli alla fruizione di un servizio essenziale e, nello stesso tempo, l’esigenza del condominio di eseguire interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria sulle tubazioni comuni, sul gruppo di autoclave o sui singoli contatori. La disciplina non si rinviene in una norma unica, ma scaturisce dalla combinazione degli articoli 1117 e 1130 del codice civile, dal regolamento condominiale e, per quanto riguarda la tutela degli utenti, dal d.P.C.M. 29 agosto 2016 che approva la Carta dei servizi idrici. L’amministratore, quale mandatario dei condomini, ha il potere dovere di provvedere alla conservazione delle parti comuni e quindi può deliberare la sospensione temporanea del flusso, sempre che l’incarico sia effettivamente necessario per la sicurezza o per il buon funzionamento dell’impianto. La giurisprudenza ritiene che la decisione, se rientra nella manutenzione ordinaria, non richieda la preventiva approvazione dell’assemblea, a condizione che il fermo sia circoscritto nel tempo, adeguatamente motivato e comunicato con congruo anticipo. Se invece l’intervento implica opere straordinarie dal costo rilevante, la deliberazione dell’assemblea diventa necessaria; in questo scenario la data di sospensione viene fissata in seno alla riunione e l’amministratore si limita a darne attuazione.
Il dovere di avviso affonda le radici nell’articolo 1123 che tutela l’uso e il godimento dei beni comuni. Senza una comunicazione preventiva sarebbe violato il principio di buona fede, perché i condomini non avrebbero la possibilità di organizzare le proprie esigenze domestiche, reperire scorte d’acqua o predisporre soluzioni alternative per persone fragili. La prassi professionale ha consolidato alcune regole temporali: salvo urgenze, l’avviso deve pervenire almeno quarantotto ore prima se la sospensione non supera mezza giornata, e almeno settantadue ore prima se il blocco copre l’intera giornata o più giorni. L’urgenza, per esempio a causa di una perdita copiosa o di un rischio igienico, giustifica un preavviso ridotto anche a poche ore; in tal caso l’amministratore, dopo aver attivato la ditta di pronto intervento, espone l’avviso nell’androne, invia una mail o un messaggio sulle piattaforme di comunicazione già adottate dal condominio e, se previsto dal regolamento, affigge cartelli sui piani. I tribunali hanno chiarito che l’avviso deve indicare la data e l’orario di inizio e fine lavori, la causa tecnica della chiusura, il nominativo dell’impresa incaricata e il recapito dell’amministratore per eventuali urgenze; la mancanza di tali elementi può integrare responsabilità contrattuale verso i singoli che abbiano subìto un danno.
Quanto alle modalità, il legislatore non impone la raccomandata; la Corte di Cassazione ha riconosciuto la validità di ogni mezzo idoneo a garantire la conoscibilità, poiché l’oggetto dell’avviso non è un atto processuale ma un’informazione di servizio. Ne consegue che l’affissione in bacheca o la pubblicazione sul portale condominiale integrano l’obbligo, sempre che siano stati autorizzati dall’assemblea e accessibili a tutti. Nei condomini con forte presenza di locatari, l’amministratore deve inoltre trasmettere l’avviso ai proprietari locatori, i quali a loro volta lo inoltrano agli inquilini; ciò perché, salvo diversa previsione contrattuale, il rapporto di utenza resta intestato al condominio e la responsabilità di comunicare variazioni del servizio grava sul mandatario dei proprietari. Anche il conduttore, però, è legittimato a segnalare all’amministratore eventuali disservizi o guasti: l’articolo 1577 del codice civile gli impone di preservare il bene locato, sicché il dialogo diretto non è precluso.
La sospensione programmata deve essere limitata al tempo strettamente necessario. Se i lavori si protraggono oltre l’orario indicato, l’amministratore è tenuto a informare tempestivamente i condomini, fornendo una previsione di ripristino; in difetto, la sua condotta può essere qualificata come inadempimento e generare un obbligo risarcitorio. Il risarcimento coprirà il danno emergente, per esempio la spesa sostenuta da una famiglia per acquistare grandi quantitativi di acqua in bottiglia o per pernottare altrove nel caso di guasti notturni non sanati. Il lucro cessante, invece, viene riconosciuto con cautela e richiede la prova che l’attività professionale svolta in casa – si pensi a uno studio odontoiatrico ricavato in un’unità abitativa – sia stata effettivamente interrotta per colpa dell’amministratore.
Occorre distinguere la sospensione decisa internamente da quella imposta dal gestore idrico. In quest’ultimo caso la competenza a informare gli utenti spetta al gestore, il quale, secondo la Carta dei servizi, deve dare preavviso di cinque giorni attraverso giornali locali, internet e cartellonistica. L’amministratore, però, rimane il punto di riferimento del fabbricato e deve integrare l’avviso pubblico con comunicazioni mirate. Se la chiusura deriva da morosità condominiale, la legge 220/2012 permette al fornitore di sospendere il servizio solo dopo aver escusso i condomini morosi, lasciando indenne chi è in regola, oppure dopo aver proposto azione giudiziale. In tali casi l’amministratore deve convocare assemblea straordinaria e adottare adeguate misure per la riscossione coattiva dei contributi, pena la revoca giudiziale per grave irregolarità.
Uno scenario frequente è quello dei lavori di ristrutturazione interna che richiedono l’intercettazione della colonna montante: il singolo proprietario deve chiedere all’amministratore l’autorizzazione e questi predispone l’avviso per tutto il palazzo. Il condomino che opera senza permesso risponde dei danni derivanti dalla mancata comunicazione e corre il rischio di vedersi sospendere i lavori. L’amministratore, d’altra parte, non può opporsi in modo arbitrario: deve contemperare il diritto di proprietà con il diritto degli altri alla continuità del servizio, individuando una fascia oraria ragionevole, di solito al mattino, quando il rumore dei lavori coincide con il periodo di maggior tollerabilità.
La questione dell’igiene pubblica incide sulla durata massima della chiusura. Secondo le linee guida delle ASL, l’interruzione prolungata oltre dodici ore rende necessario predisporre punti di approvvigionamento temporanei o servizi di doccia in strutture convenzionate, soprattutto se nello stabile abitano anziani o portatori di handicap. L’amministratore che ignori tali indicazioni può incorrere in responsabilità per violazione dell’articolo 1218 in combinato con l’articolo 844, se l’interruzione provoca emissioni odorigene o intralcio alla salute. I tribunali hanno riconosciuto un danno non patrimoniale qualificabile come stress da privazione prolungata di servizi essenziali, valutato in via equitativa dal giudice.

Fac Simile Avviso Chiusura Acqua Condominiale Word
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Modello Avviso Chiusura Acqua Condominiale PDF Editabile
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