In questa pagina mettiamo a disposizione un fac simile accordo bonario tra privati Word e PDF editabile da scaricare e compilare.
Si tratta di un modello che può essere utilizzato come esempio per scrivere un accordo bonario tra privati.
Come Funziona l’Accordo Bonario
Per capire il funzionamento dell’accordo bonario bisogna iniziare parlando dalla sua applicazione in ambito pubblico.
All’interno dell’ordinamento giuridico italiano, per accordo bonario si intende un procedimento il cui fine è quello di evitare che il contenzioso in atto possa assumere dimensioni particolarmente rilevanti, rendendone così più difficile una eventuale e possibile risoluzione. La materia in esame è disciplinata da una serie di norme tra cui l’art. 31-bis della legge Merloni dove si legge “Il presupposto per l’accesso alla procedura dell’accordo bonario è costituito dal fatto che negli atti contabili dell’appalto siano state iscritte riserve a seguito delle quali l’importo dell’opera possa variare in misura sostanziale e in ogni caso non inferiore al 10 per cento dell’importo contrattuale…”.
Per comprendere meglio l’accordo bonario è consigliabile la lettura dell’art. 240 d.lgs. 163/06 e s.m.i., che lo definiscono come uno strumento per definire bonariamente, o anche in via stragiudiziale, le controversie che potrebbero insorgere fra le parti durante la fase dell’esecuzione del contratto di appalto pubblico.
Una differenza con il passato è rappresentata dal fatto che in origine questa tipologia di accordo si poteva applicare in via esclusiva negli appalti di lavori nei settori ordinari, in seguito però l’accordo bonario è stato esteso anche agli appalti di servizi e forniture ed a settori speciali alla condizione che a seguito di contestazioni dell’appaltatore che siano state verbalizzate nei documenti contabili, l’importo economico controverso non sia inferiore al 10% dell’importo originariamente stipulato.
Tale limite trova giustificazione nel fatto che il valore economico della controversia deve di fatto costituire un impedimento al normale e regolare proseguimento dei lavori e per farlo dev’essere significativo rispetto all’entità dell’appalto nel complesso.
La riserva, atto che viene apposto dall’appaltatore sul registro di contabilità all’atto della sua sottoscrizione, è definibile come un atto formale di contestazione di un documento firmato dall’impresa.
Ma quando si firma con riserva sul documento? Essenzialmente la riserva diventa necessaria nel momento in cui l’imprenditore decida di contestare il contenuto, onde evitare che la firma da sola si possa interpretare come una rinuncia a priori di vari diritti e pretese.
È in questo contesto e momento che entra in gioco la figura del RUP, cioè il Responsabile Unico del Procedimento che in sostanza è coluic he si occupa dei compiti relativi alla progettazione, all’affidamento ed all’esecuzione dei contratti non attribuiti ad altri organi.
Davanti al RUP vanno segnalate le le riserve indicate e sarà questa figura a prendere in carico la procedura per dare il via ad un accordo bonario.
Quando si iscrive una riserva nei documenti contabili, l’importo economico dell’opera varia tra il 5% ed il 15% dell’importo del contratto, e così è possibile attivare la procedura di accordo bonario, così come sancito dall’art. 205 comma 1 del Codice Appalti.
Contestualmente il RUP predispone lo scioglimento delle riserve che sono state iscritte prima dell’approvazione del certificato di collaudo.
Si prevede comunque la facoltà di inserire nell’iscrizione riserve differenti rispetto a quelle già esistenti, purché si resti all’interno del limite complessivo del 15 % dell’importo del contratto, in seguito il direttore dei lavori deve comunicare al RUP tutte riserve occupandosi anche di allegare tempestivamente, così come previsto al comma 3 dell’art.205 dell’Accordo bonario per i lavori D. lgs 50/2016, una relazione riservata, come spiegato nell’articolo 205 comma 3.
L’art 205 co 4 del medesimo decreto legislativo, invece, sancisce che sia compito del RUP effettuare delle valutazioni alle riserve iscritte, nel dettaglio deve valutare l’ammissibilità e la non manifesta infondatezza delle riserve ai fini dell’effettivo raggiungimento del limite di valore fissato tra il 5% e 15%.
Entro un termine pari a quindici giorni a partire dal momento della comunicazione del direttore dei lavori, il RUP ha la possibilità, se è necessario, di chiedere alla Camera arbitrale una lista di cinque esperti nella competenza specifica in materia del contratto.
La proposta di accordo arriva dunque in seguito alle verifiche da parte dell’esperto o del RUP e la revisione delle risorse economiche. La proposta dev’essere inoltrata sia al dirigente competente dell’appaltante e sia al soggetto che ha formulato le riserve.
Le parti hanno massimo 45 giorni di tempo per accettare la proposta e così si conclude l’accordo, in seguito viene redatto un verbale sottoscritto dalle parti. Il verbale prevede che l’accordo abbia natura di transazione e prevede l’applicazione degli interessi legali sulle somme finali a partire si dal sessantesimo giorno successivo all’accettazione.
Se la proposta non viene accettata, il soggetto che ha formulato le riserve può ricorrere all’arbitrato o al giudice ordinario.
Facendo il quadro della situazione, potremmo dire che per ogni contratto di appalto, la procedura di accordo bonario può essere avviata in questi momenti
Quando si raggiunge l’importo minimo previsto per le riserve, vale a dire quando il totale delle riserve supera il 10% dell’importo contrattuale
Per le nuove riserve che superano il 10% del contratto
Quando scadono i termini previsti dal Codice di cui sopra all’art. 141 senza che sia stato eseguito collaudo o emesso un regolare certificato di esecuzione dei lavori
Nonostante il principale ambito di applicazione dell’accordo bonario sia proprio quello degli appalti pubblici, come abbiamo appena visto, per completezza è bene segnalare che ve ne sono altri.
Per esempio, si potrebbe ricorrere all’accordo bonario se ci si ritrova in una condizione di insolvenza rispetto a dei creditori ed in questo caso, per evitare il recupero crediti giudiziale e le conseguenze di un procedimento esecutivo, si può concordare un accordo bonario stragiudiziale con la banca, saldo e stralcio, o altro ente creditore.
Un accordo bonario può essere concluso in forma scritta, verbalmente, o persino attraverso gesti convenzionali come una stretta di mano. Tuttavia, un accordo non scritto presenta lo svantaggio di non poter essere agevolmente dimostrato in caso di controversia. Per questa ragione, è generalmente preferibile formalizzare l’accordo per iscritto tramite una scrittura privata, ossia un documento sottoscritto da tutte le parti coinvolte nella disputa. Nel caso in cui l’accordo riguardi beni immobili o diritti reali, come la proprietà o l’usufrutto, la forma scritta diventa indispensabile per la validità dell’accordo stesso.
Un accordo bonario tra privati può riguardare diritti disponibili, e dunque liti inerenti alla proprietà, ai crediti, ai contratti e simili. Al contrario, non avrebbe alcuna validità legale un accordo bonario che coinvolga diritti indisponibili, come il diritto agli alimenti, l’uso del proprio nome o la disponibilità del proprio corpo.
La stesura di un accordo bonario non richiede particolari formalità. Risulta essere essenziale che il documento identifichi chiaramente le parti coinvolte e l’oggetto dell’accordo. Inoltre, è fondamentale che l’atto sia firmato da tutti i soggetti interessati, l’assenza di firme renderebbe il documento privo di effetti legali.
Fac Simile Accordo Bonario tra Privati Word
Il fac simile accordo bonario tra privati può essere scaricato e compilato con i dati mancanti seguendo le indicazioni fornite in precedenza.
Fac Simile Accordo Bonario tra Privati PDF Editabile
In questa sezione è disponibile un fac simile accordo bonario tra privati PDF editabile da compilare.