In questa pagina mettiamo a disposizione un fac simile esposto al comune per pulizia terreni editabile da compilare e stampare.
Si tratta di un fac simile che può essere utilizzato come esempio di lettera di esposto al comune per pulizia terreni.
Esposto al Comune per la Pulizia di Terreni
L’esposto al Comune per la pulizia di terreni incolti è, giuridicamente, una segnalazione formale con cui un cittadino chiede all’amministrazione di esercitare i poteri che la legge le attribuisce quando l’incuria di un fondo produce rischi per igiene, sicurezza, incolumità o decoro. Non è una denuncia penale e non è un’azione civile contro il proprietario; è l’innesco di un procedimento amministrativo che si sviluppa in modo trasparente: protocollazione, verifica dei fatti, individuazione dei soggetti responsabili, eventuale diffida e, se ricorrono i presupposti, ordinanza con imposizione di interventi entro termini precisi. L’obiettivo non è punire, ma ripristinare in tempi ragionevoli condizioni accettabili di salubrità, prevenire incendi ed evitare interferenze con la circolazione o la fruibilità degli spazi pubblici.
La cornice normativa che legittima l’esposto e l’intervento del Comune è duplice. Da un lato c’è il potere ordinario dell’ente di fare rispettare regolamenti e ordinanze che impongono ai proprietari la corretta manutenzione dei terreni di loro pertinenza, con particolare riguardo allo sfalcio delle sterpaglie, alla rimozione dei materiali di risulta e alla custodia del fondo in modo da non creare pregiudizi all’ambiente e alla salute. Questi obblighi sono spesso declinati in atti stagionali, soprattutto nel periodo di massima pericolosità per gli incendi, ma trovano appiglio costante nei regolamenti comunali di igiene e di polizia urbana. Dall’altro lato, quando la condizione di incuria integra un’emergenza igienico sanitaria o di sicurezza a carattere esclusivamente locale, entra in gioco la figura del sindaco quale autorità sanitaria e di protezione della comunità: l’articolo 50 del Testo Unico degli Enti Locali consente di adottare ordinanze contingibili e urgenti, strumenti eccezionali che richiedono una motivazione puntuale, un’istruttoria adeguata e la proporzionalità tra pericolo e misura. È importante capire che questa seconda leva è straordinaria e non sostituisce la gestione ordinaria del verde o dei rifiuti, ma la completa quando la situazione non tollera ritardi.
Dentro questa cornice si muovono almeno due scenari ricorrenti che l’esposto può fotografare con efficacia. Il primo riguarda la vegetazione incolta, l’erba secca, i rovi e i residui vegetali che, specie nei mesi caldi, aumentano il rischio di propagazione degli incendi e agevolano la proliferazione di insetti e roditori. A livello nazionale la legge quadro sugli incendi boschivi, la n. 353 del 2000, assegna a Regioni e Comuni compiti di prevenzione e coordinamento; nella pratica amministrativa, ogni stagione vede la pubblicazione di ordinanze e campagne informative che obbligano i privati allo sfalcio e alla rimozione delle sterpaglie, vietano l’accensione di fuochi in determinate fasce e, nei punti più sensibili, prescrivono misure ulteriori. L’esposto ha qui una funzione di stimolo: indica dove la manutenzione manca, segnala la vicinanza di abitazioni, scuole, infrastrutture o tratti boscati e chiede un sopralluogo con eventuali provvedimenti, facendo emergere l’interesse pubblico alla prevenzione. Il secondo scenario è connesso ai rifiuti abbandonati in aree private o sull’immediato confine con il suolo pubblico. Il Decreto legislativo 152 del 2006 vieta l’abbandono e il deposito incontrollato, attribuisce al sindaco il potere di ordinare al responsabile la rimozione, l’avvio a recupero o smaltimento e il ripristino, e sanziona penalmente l’inottemperanza all’ordine di rimozione. È qui fondamentale ribadire due regole spesso travisate: l’ordinanza deve colpire chi ha materialmente abbandonato o chi possa esserne ritenuto responsabile a titolo almeno di colpa, e il mero proprietario incolpevole non è destinatario automatico dell’ordine; laddove l’autore sia ignoto, C’è poi un profilo che tocca direttamente la sicurezza della circolazione e che giustifica l’interlocuzione con il Comune o con la Polizia Locale anche quando la situazione non appare grave sul piano igienico. L’articolo 29 del Codice della Strada impone ai proprietari confinanti con strade pubbliche di tenere siepi, rami e vegetazione in modo da non restringere la carreggiata, non occultare la segnaletica, non ostacolare la visibilità e non recare danno alle pertinenze viarie. Se l’invasione della vegetazione riduce il marciapiede, impedisce la visibilità in uscita da un passo carrabile o copre uno specchio parabolico, l’esposto potrà motivare un intervento rapido, anche con provvedimenti sanzionatori e prescrittivi immediati, perché qui l’interesse pubblico si salda con la prevenzione degli incidenti.
Scrivere l’esposto in modo efficace significa raccontare i fatti con chiarezza e completezza senza scivolare nella polemica o nella ricostruzione soggettiva. È utile aprire con i dati identificativi, indicare un recapito e specificare con precisione dove si trova il terreno, quale tratto è interessato e da quando la situazione perdura. Le fotografie e i brevi video, datati e, se possibile, geolocalizzati, sono un elemento probatorio decisivo: mostrano le sterpaglie, i cumuli, l’invasione del marciapiede o della sede stradale, le tracce di rifiuti o di roditori. È opportuno aggiungere se nelle vicinanze vi sono scuole, impianti sportivi, mercati o fermate del trasporto pubblico, perché la presenza di luoghi sensibili incide sulle priorità di intervento. Se si ritiene di conoscere il proprietario, lo si può indicare, avendo cura di segnalare che l’identificazione non è certa e che si chiede comunque all’ente di verificare e di attivare i poteri nei confronti dei soggetti obbligati. Se invece il fondo appare pubblico o la competenza è dubbia, conviene chiedere esplicitamente che l’ufficio individui il gestore della manutenzione per quel tratto, così da evitare rimbalzi di responsabilità.
Dal momento del deposito, l’esposto entra nel circuito amministrativo. La protocollazione è l’atto che lo rende tracciabile; la trasmissione all’ufficio competente apre l’istruttoria. Nella prassi, l’Ufficio Ambiente, il Settore Manutenzione o la Polizia Locale organizzano un sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi, accertare la natura delle violazioni e delimitare il perimetro delle competenze. Se il terreno è privato e l’incuria viola obblighi regolamentari o condizioni fissate da ordinanze generali, l’ente di regola notifica una diffida con la descrizione degli interventi richiesti e un termine congruo per adempiere. Se la situazione presenta profili di urgenza o di rischio attuale, può essere emessa un’ordinanza contingibile e urgente che impone misure tempestive in funzione della tutela della salute e della sicurezza, con poteri che si esauriscono nel tempo e vanno motivati alla luce del pericolo concreto. In presenza di rifiuti abbandonati, il procedimento è scandito dalla normativa ambientale: l’ordine di rimozione è rivolto al responsabile della violazione; se costui non ottempera, la legge prevede una contravvenzione specifica e consente all’amministrazione di intervenire in via sostitutiva secondo i presupposti normativi, con la successiva azione per il recupero delle spese.
Proprio sul tema della sostituzione merita una precisazione che evita equivoci nelle aspettative. L’intervento in danno del Comune per la pulizia vegetazionale di aree private non è una regola automatica di legge, ma una facoltà che molti sindaci si attribuiscono in ordinanze o regolamenti, prevedendo che, decorso il termine assegnato e accertata l’inottemperanza, l’ente possa far eseguire i lavori con addebito delle spese al soggetto obbligato. La legittimità di questa scelta dipende da come è congegnata la base giuridica locale e da come viene condotta l’istruttoria; per questo, nell’esposto è utile richiamare, se conosciuti, gli atti regolamentari del proprio Comune o chiedere che siano applicati i provvedimenti vigenti, così da facilitare l’inquadramento del caso nell’alveo giusto. Diverso, come detto, è il regime dei rifiuti, dove il legislatore ha scritto regole tipizzate sulla responsabilità e sulle conseguenze dell’inottemperanza. In entrambi i casi, il cittadino può sollecitare un riscontro scritto e chiedere di essere informato sugli esiti, ricordando che la legge sul procedimento amministrativo impone trasparenza, motivazione e rispetto dei tempi.
Per le situazioni che lambiscono la viabilità, il canale naturale è spesso la Polizia Locale, perché la violazione dell’articolo 29 del Codice della Strada può essere accertata su strada con immediate prescrizioni. Quando, invece, la questione ha una dimensione igienico sanitaria più marcata, il coordinamento con la Azienda Sanitaria Locale, tramite il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, può fornire una valutazione tecnica sulla presenza di insetti, roditori o altri fattori di rischio, e rafforzare l’istruttoria in vista di un’eventuale ordinanza. L’esposto, in questo senso, è uno strumento che attiva una cooperazione tra uffici, non un atto ostile verso il proprietario: quanto più è documentato e preciso, tanto più consente di convergere sulle misure realmente necessarie.
Sul piano redazionale conviene mantenere un tono sobrio e fattuale. È opportuno indicare nell’oggetto che si tratta di un esposto per pulizia terreno incolto o per rimozione di rifiuti abbandonati, richiamare, quando pertinente, le basi normative che si chiedono di applicare e spiegare in poche righe che la finalità è la tutela dell’igiene, della sicurezza e dell’incolumità pubblica. Se il problema è l’invasione della vegetazione su sede stradale o la copertura della segnaletica, inserire un cenno all’articolo 29 del Codice della Strada evita equivoci e orienta subito l’ufficio competente. Se il cuore della segnalazione è la discarica abusiva, richiamare gli articoli 192 e 255 del decreto ambientale dà contezza del percorso legale atteso. Se c’è una situazione di pericolo attuale, una menzione all’articolo 50 del TUEL fa comprendere che si chiede una valutazione sull’eventuale uso dei poteri straordinari, sempre nella cornice della proporzionalità.
Dopo l’invio, che idealmente avviene tramite PEC o tramite i portali istituzionali di segnalazione per garantirne la protocollazione, è utile conservare la ricevuta, annotare nuovi episodi con foto datate e tenere un contatto corretto con l’ufficio, offrendo disponibilità a presenziare al sopralluogo o a integrare la documentazione. Se la condizione persiste oltre i termini assegnati e non giunge riscontro, si può inoltrare un sollecito facendo riferimento al numero di protocollo e alla natura dei rischi segnalati. È bene ricordare che l’amministrazione deve contemperare interessi diversi, programmare gli interventi e agire secondo criteri di priorità, ma una segnalazione completa riduce sensibilmente i tempi necessari per passare dalla constatazione all’azione.

Fac Simile Esposto al Comune per Pulizia di Terreni Word
Il fac simile esposto al comune per pulizia terreni Word presente in questa pagina può essere scaricato e compilato inserendo i dati indicati in precedenza.