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Si tratta di un modello che può essere utilizzato come esempio di quietanza liberatoria per risarcimento danni.
Quietanza Liberatoria per Risarcimento Danni
La quietanza liberatoria è un documento importante nel contesto del risarcimento danni dal momento che funziona da prova documentale precostituita dell’avvenuto pagamento da parte del debitore al creditore. Questo strumento giuridico, anche se non si configura come un negozio, assume un ruolo essenziale nel certificare l’adempimento di un’obbligazione pecuniaria, in modo da garantire trasparenza e certezza nelle transazioni tra le parti coinvolte.
Secondo una giurisprudenza consolidata, il termine quietanza si riferisce specificamente a una dichiarazione rilasciata dal creditore, che attesta l’avvenuto pagamento. Questa dichiarazione può essere contestata qualora vi siano dubbi sulla sua veridicità, rappresentando così una prova documentale precostituita. La dottrina, come anticipato, ha chiarito che la quietanza non costituisce un negozio, ma una semplice certificazione dell’avvenuto pagamento. Di conseguenza, essa non attribuisce alcun diritto aggiuntivo al creditore, ma si limita a confermare l’adempimento dell’obbligazione da parte del debitore.
La quietanza svolge una duplice funzione. Da un lato, certifica l’avvenuto pagamento, fornendo una prova documentale che può essere utilizzata in eventuali controversie legali; dall’altro, garantisce al debitore la liberazione dall’obbligazione pecuniaria. È importante sottolineare che, essendo la quietanza una dichiarazione non negoziale, non può essere soggetta a termini o condizioni aggiuntive, consolidando così la sua natura di semplice attestazione.
Nonostante la quietanza rappresenti una prova solida dell’avvenuto pagamento, esistono situazioni in cui la sua veridicità può essere messa in discussione. Se l’adempimento risulta parziale, il diritto del creditore a ricevere la prestazione non si estingue, e sarà compito del creditore dimostrare che la quietanza non corrisponde alla realtà. Inoltre, quando la quietanza viene rilasciata per prestazioni che non sono state effettivamente eseguitela dottrina parla di simulazione. Un ulteriore elemento che può invalidare la quietanza è la violenza, questo significa che se il creditore ha rilasciato la quietanza sotto costrizione, sarà necessario agire in giudizio per ottenere una dichiarazione di inefficacia, senza però poter richiedere l’annullamento del negozio.
La giurisprudenza tende a considerare la quietanza come una forma di confessione stragiudiziale, ai sensi dell’art. 2735 del Codice Civile, che stabilisce che tale confessione ha la stessa efficacia probatoria di quella giudiziale. Se però la quietanza viene rilasciata a un terzo, la sua validità viene liberamente valutata dal giudice. Inoltre, la quietanza non può essere provata mediante testimonianze, specialmente se riguarda oggetti per i quali la prova testimoniale non è ammessa dalla legge.
Per la sua efficacia probatoria dichiarativa, la quietanza deve essere redatta in forma scritta, potendo assumere la forma di atto pubblico o di dichiarazione ricevuta da un notaio o da un altro pubblico ufficiale autorizzato a conferirle pubblica fede, ai sensi dell’art. 2699 del Codice Civile. Alcuni autori ritengono non necessaria la firma del creditore, poiché si tratta di una semplice dichiarazione e non di un negozio. Il contenuto della quietanza deve però includere elementi essenziali quali il nome del creditore e del debitore, la causale del pagamento, la data e, se applicabile, la firma. È obbligatorio che la quietanza venga rilasciata dal creditore su richiesta del debitore, senza possibilità di rifiuto in questa specifica circostanza. Le spese relative alla redazione della quietanza sono a carico della parte acquirente.
Nel caso in cui il debitore ritenga che la quietanza non corrisponda alla realtà, è necessario presentare una contestazione di veridicità. Questo può avvenire se, per esempio, il pagamento è stato effettuato solo parzialmente o se la quietanza è stata rilasciata per prestazioni non eseguite. In tali casi, il debitore dovrà dimostrare la falsità della quietanza, eventualmente richiedendo una dichiarazione di inefficacia al giudice. La giurisprudenza richiede che la quietanza sia verificata con attenzione, soprattutto in presenza di elementi come la violenza o la simulazione, che ne compromettono la validità.
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